Napoleone: una grande mostra a Liegi

Au-delà du mythe” è il titolo di una grande mostra napoleonica aperta a Liegi, in Belgio, dal 3 aprile 2021 al 9 gennaio 2022. Una mostra amplissima e bellissima che in questi mesi è vista da migliaia di visitatori. Organizzata da Europa Expo, col sostegno di tutte le autorità belghe, l’alto patronato dell’ambasciatrice di Francia e della Fondazione Napoléon diretta da Thierry Lentz, raccoglie centinaia di cimeli napoleonici provenienti da ogni dove e in particolare dalla collezione di uno dei più importanti collezionisti del mondo, Bruno Ledoux, celebre uomo d’affari francese, proprietario di banche, giornali, Tv, autore di spedizioni avventurose in Congo, in Papuasia, sull’Everest. Ma soprattutto amante della storia e di Napoleone Bonaparte, sul quale ha raccolto un migliaio di pezzi autentici e preziosi; il più importante dei quali è addirittura il Trono di Napoleone che si trovava nell’Hotel de Ville di Parigi. Alla mostra di Liegi egli ha prestato 150 pezzi che sono di una bellezza emozionale straordinaria. La mostra si articola in nove sezioni, tutte ricche e documentate: L’ora del testamento, In un mondo nuovo, L’Europa insanguinata, Imperatore dei francesi e capo della Repubblica, Lo splendore dell’Impero, “Gli sarà difficile farmi sparire del tutto”, Oggi, I personaggi di questa storia, Il Belgio francese. Tutti temi impegnativi e approfonditi. Ma anche con una leggerezza visiva che fa di Napoleone una…rock star della Storia! Come dire un mito moderno, che non invecchia mai, che si adegua ai gusti e ai (falsi) miti dell’oggi.

La mostra ripercorre tutte le fasi e le tappe della vita e dell’epopea napoleonica con precisione e documentazione molto dettagliata. Senza parlare dei cimeli esposti che vanno da una vera ghigliottina al necessaire per l’igiene dentale di Napoleone, dalla ricostrzione di un accampamento militare alle armi e ai vestiti, dai documenti ai grandi pannelli luminosi di tutti i familiari di Napoleone. Una goduria. Poi vi è il ricco catalogo (un volume di 200 pagine) dove si apprende e si gusta ogni particolare della mostra, del personaggio e della sua storia. Con un legittimo affondo sulla storia del Belgio che dall’epopea napoleonica trae la sua indipendenza dall’Austria e poi la sua autonomia nel 1830. Liegi in particolare. Ma soprattutto si scoprono delle vere curiosità, come, per fare qualche esempio, la nascita dei ristoranti, dopo il Terrore, dovuta ai cuochi rimasti disoccupati per la scomparsa dei loro padroni aristocratici ghigliottinati in massa. O i balli per le vittime, dove i sopravvissuti si sfrenavano nella danza, vestiti a lutto. O la mula bianca del Papa divenuta l’asina grigia che tanto fece ridere i parigini, durante il corteo per l’incoronazione di Napoleone. O i dispetti delle sorelle di Napoleone che, durante la cerimonia, tirano il lungo strascico di Joséphine per farle perdere l’equilibrio e Napoleone che le redarguisce a voce alta, ma nella lingua della Corsica, in modo che nessuno lo capisca se non le tre sorelle birichine. E poi la famosa mano nel gilet: non fu un’invenzione di Napoleone, (come non lo fu il famoso cappello a bicorno che esisteva già nella scuola militare; solo che lui gli cambiò verso, da perpendicolare al corpo lo spostò parallelo alle spalle) ma era una posa usuale e banale per quel tempo, tanto che la usavano Washington, La Fayette, Mozart e a lui giovane allievo della scuola di Brienne l’avevano insegnata i maestri religiosi attraverso un libro di San Gianbattista de la Salle, come atteggiamento di buona educazione cristiana. Quanto alla religione, un catechismo del 1808 diceva che era peccato mortale disobbedire a Napoleone. E la Chiesa il 15 agosto istituì un raro San Naplone per festeggiare onomastico e compleanno di Napoleone. Inoltre si scopre che, prima di essere un guerriero e un sovrano, Napoleone fu un vero intellettuale, lettore infaticabile (si portava una biblioteca anche in guerra), coltissimo e appassionato di matematica e letteratura. Non fu solo il truce comandante dallo sguardo d’aquila, ma anche un burlone sorridente e canterino; cantava spesso e senza pudore perché era…stonato!  Ironia della sorte, il fratello Jerome, che lui fece re di Westfalia, aveva una cognata che poi sposò Wellington, il nemico mortale di Napoleone. Infine le ceneri di Napoleone II, l’infelice figlio morto a 21 anni prigioniero in Austria, furono restituite nel 1940 da Hitler come dono alla Francia collaborazionista di Vichy. Anche i due suoi figli illegittimi hanno una storia particolare. Gli episodi sono tantissimi. Troppi da raccontare. Concludo solo con un cenno alla storia napoleonica del Belgio: a quel tempo il Belgio non esisteva, diviso com’era tra i Paesi Bassi austriaci e il Vescovo-principe di Liegi, uno stato ancora feudale. La Francia rivoluzionaria li spazzò via entrambi e Napoleone fece il resto, riconoscendo una identità belga che egli rafforzò coi suoi provvedimenti. Eccone alcuni: vi fece la prima campagna in Europa di vaccinazione gratuita contro il vaiolo; vi stabilì le frontiere, l’organizzò in Province, introdusse il nuovo sistema giudiziario e l’anagrafe, ricostruì il castello di Laeken dove lui soggiornò e dove oggi abitano i reali del Belgio; fece rifare il Teatro de la Monnais a Bruxelles; a Liegi fece ricostruire il sobborgo  di Amercoeur distrutto dai bombardamenti austriaci; concesse lo stemma ufficiale della città; fece fare la campana per la cattedrale che ne era priva; dette al musicista liègeois Grétry, la cui musica egli amava molto e già in auge alla corte di re Luigi XV, una pensione doppia di quelle datagli dal vecchio re Borbone, più la Legion d’Onore. La quale concesse anche a un operaio di Liegi, un minatore che si era sacrificato nelle viscere della terra dove era rimasto sepolto a lungo con altri compagni di lavoro, riuscendo a portarli in salvo. E fu il primo operaio della storia a ricevere un così alto onore. Questi e tanti altri fatti hanno lasciato una traccia napoleonica a Liegi: e ciò spiega l’omaggio che questa città ha voluto tributargli nel bicentenario della morte, facendo rivivere il personaggio aldilà del mito, con una esposizione che merita un viaggio a Liegi per essere vista.

BIANCA  TRAGNI

31-10-2021